Un ricordo, una speranza di Enrico Moreschi
Questa sera il Trofeo Città di Brescia accende le luci sulla ribalta cittadina richiamando in strada quanti si sentono coinvolti da questo spettacolo ciclistico. Da oltre quarant’anni la replica va in scena, ogni anno egualmente avvincente. Sono stagioni di siccità queste per il ciclismo bresciano e i ricordi sopraffanno i sogni; per questo ancor più con ostinazione ci aggrappiamo a questo appuntamento affidandogli una speranza. In un presente poco felice si chiede il conforto al passato e riandiamo a quella prima edizione, anno 1963, una mattina di una domenica di primavera, la vasta ombra dei tigli di via dei Mille ad offrire riparo dai raggi di un sole già vigoroso. Nasceva quella mattina di primavera il Trofeo Guizzi, in onore di uno tra i padri del ciclismo bresciano, felice intuizione di Mario Podetta, il Cavaliere, che in eredità aveva ricevuto il timone dello Sport Club Brescia, fucina di campioni e di iniziative agonistiche. Erano gli anni dell’età dell’oro: quanti stupendi ragazzi, alcuni giunti al professionismo a raccogliere gloria per sé e per il movimento bresciano. Erano gli anni felici delle avvincenti sfide: con lo Sport Club Brescia, il Pedale Bresciano di Tone Zanola, dell’Erbitter di Leo De Luca, della Bober, appena chiusa l’avventura della Classic Valvola Bonomi Prevalle di Adelmo Ballerini… E che discussioni nelle due botteghe di artigiani covi di fazioni contrapposte a riempire le vigilie di animati confronti in corsa: Osvaldo Meschini artigiano delle bici Stella di via Martiri della Libertà; Piero Serena, che il nome portava stampato sulle sue opere d’arte forgiate alla fucina di via Cremona. Quella mattina di primavera in via dei Mille finì zero a zero tra i gruppi Meschini-Serena; la vittoria toccò ad un ragazzo di Soncino, Giacomino Denti, su cui aveva posto i suoi «lunghi» occhi Gino Riccardi, tecnico eccelso a cui chiedevano consigli anche campioni affermati, Fausto Coppi fra questi. La corsa assegnava titolo e maglia di campione lombardo degli Allievi e quel ragazzo di Soncino offrì un saggio della immensa classe, solo al traguardo di via dei Mille, come solo spesso si presentò su molti altri traguardi un po’ ovunque in Italia e all’estero, campione del mondo nella cronometro a squadre, una fulgida carriera nella premessa e nella promessa, interrotta da una rovinosa caduta lungo la discesa del Crocedomini durante il Giro. Così nacque nobile questa gara che ancora sa lanciare promesse come un anno fa in piazza Vittoria con Claudio Corioni, un nostro ragazzo che già tanto bene ha saputo fare appena sbocciato al professionismo. Sarà un’altra sera di spettacolo, di certo, anche per onorare il ricordo di Emilio Volpi, un suo grande sostenitore
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