GS Città di Brescia A.S.D. By Guizzi

Prima del via un giudice gli sfila il tricolore. In gara incanta con una fuga di 100 chilometri ma nell’arrivo in volata è battuto da De Maria

Il varesino di Marchirolo Giuseppe De Maria ha vinto allo sprint la dodicesima edizione del Trofeo Città di Brescia, precedendo di alcuni metri il campione italiano elite Giovanni Carini, sicuramente il corridore più battagliero della serata, in fuga per oltre cento chilometri. Davvero il miglior modo possibile per onorare la fresca vittoria «tricolore» a Boltiere nel Bergamasco. UNA MEDAGLIA d’argento dorata per un corridore in gran forma, che in quattro giorni ha vinto il titolo italiano, piazzandosi due volte secondo alla Milano- Rapallo e nel Città di Brescia. Anche se nella corsa di casa ha incassato una doppia beffa: poco prima del via ha dovuto sfilarsi la maglia tricolore per colpa di un giudice eccessivamente ligio alle regole, perdendo la possibilità di sfilare da campione d’Italia davanti a tifosi, parenti e amici; e all’arrivo ha dovuto accontarsi del secondo posto dopo una corsa dominata fin dall’avvio. Una notte stregata, dunque, per il campione italiano che sul Trofeo Città di Brescia puntava molto anche per sfatare la maledizione delle corse in notturna, dove non è mai risultato vincente. Dopo le premiazioni dei neo campioni d’Italia Giovanni Carini (Pagnoncelli) e Damiano Caruso (Mastromarco) a opera di Fermo Fiori (presidente comitato organizzatore), Fabio Rolfi (vice sindaco di Brescia), Massimo Bianchini (assessore comune di Brescia), la corsa scatta in perfetto orario alle 20,15 con 174 pretendenti alla vittoria I primi due giri vengono percorsi a velocità ragguardevole e non si verificano attacchi degni di tal nome nonostante l’impegno di De Negri, Tomaselli e Benedetti. Tentano una sortita invece nella terza tornata Gasparini (vincitore nel 2007) e Rocchetti, compagni di squadra di Carini. Gasparini rimane poi solo con 15″ su Rocchetti e Raisoni. Tutto da rifare all’inizio del quinto giro. Sale poi alla ribalata Carini insieme a Scaroni, suo ex compagno di squadra alla Pagnoncelli. DOPO SETTE GIRI il protagonista principale è il neo campione tricolore elite, con Gasparini a fargli da degna spalla. E tanto per non smentirsi è ancora Carini a promuovere la prima, vera fuga della serata intorno al giro di boa. Con lui e Gasparini si avvantaggiano Tomaselli, Dybel, Ponzoni, Marchetti, Vivian, Luca Benedetti, Palini, DaRos, Locatelli, Nodari, Canzini, Girardi, Cimolai, Rezman, Tratnik Il gruppo ricuce lo strappo nel corso del decimo giro, ma Carini riparte alla carica insieme a Gasparini e Girardi. Nella terz’ultima tornata però il gruppo torna sotto. Prima fagocita Gasparini, esausto per l’impegno profuso, poi avvicina Carini e Girardi. A due giri dalla conclusione sono rimasti in gara 52 dei 174 partenti. Il tour de force della Pagnoncelli ha mietuto numerose vittime. Sui due battistrada cercano di portarsi De Maria, Rezman e Ivanics, che apochissimi chilometri dall’arrivo sì portano sui due fuggitivi. Il gruppo degli immediati inseguitori segue con 25 secondi. RESTANO quindi in cinque a giocarsi la vittoria nella dodicesima edizione del Trofeo Città di Brescia, mentre per quel che concerne la classifica riservata agli scalatori il successo è appannaggio di Carini. Battistella e Da Ros intanto cercano di ritornare in corsa per la vittoria organizzando la controffensiva che consente loro di agganciare i cinque di testa a poco piu di un chilometro dall’arrivo. Quindi la volata con De Maria, che la spunta su Carini, comunque festeggiatissimo, che a sua volta precede Rezman. A mitigare l’amarezza per il mancato successo per Carini arriva la promessa di un contratto professionistico con l’ Otc Ngc. Anche se non cancella del tutto una doppia beffa: <<Ci tenevo a correre con la maglia tricolore davanti alla mia gente – ha detto Carini all’arrivo – e a vincere in notturna. Ma comunque ho corso con il cuore.>>
Ecco l’ordine di arrivo di questa fantastica sessione della gara in notturna, questa competizione ormai mitica che non ha lasciato di sorprendere fino alla fine: