Spettacolo sul circuito cittadino per una corsa seguitissima e appassionante. Il veneto della Trevigiani si ripete sull’arrivo in Castello dove aveva vinto la cronometro della 3Tre sei anni fa. Alafaci dà battaglia fino alla fine ma chiude quinto
Angiolino Massolini
Una volata lunga 114,400 chilometri. L’ha compiuta Manuele Boaro, una delle punte della Trevigiani, al termine di una fuga lunghissima scaturita nel corso della seconda tornata, cogliendo il successo nella quattordicesima edizione del trofeo Città di Brescia. Vittoria strameritata per il veneto già primo al Castello sei anni fa nella cronometro individuale della 3Tre, bravissimo nel finalizzare l’enorme lavoro compiuto dal proprio team fin dal primo metro di corsa.
ALLA CORSA organizzata esemplarmente da Fermo Fiori and company partecipano 157 dei 191 iscritti. Rispetto all’anno scorso il menù è diverso: dodici le tornate di 10,400 chilometri da percorrere, mentre nel 2009 se ne disputarono tredici di circa nove chilometri. Tra i partenti i campioni italiani Federico Rocchetti (strada elite) e Matteo Mammini (crono su strada under 23), che non indossano la maglia tricolore perchè il regolamente Uci non lo consente. E quando la corsa inizia, i lampioni sono ancora spenti, ma poco dopo vengono accesi per consentire ai corridori di procedere con sicurezza. Il primo giro viene affrontato a ritmo eccezionale per via di una partenza “a tutta” della Trevigiani. Nel secondo si porta in testa il tricolore Rocchetti insieme a Maggiore, Tedeschi, Turaev, Claudio Zanotti, Costanzi, Bertolani, Santoro, Goffredi, Alberio, Barbin, Boaro e il campione nazionale albanese della crono Zhupa. Al termine del terzo giro il loro vantaggio è di 42″. Intanto si alza un vento da sud-ovest che disturba la marcia dei corridori. Il gruppo si spacca in alcuni tronconi e lo spettacolo è davvero straordinario con Rocchetti e soci in testa, una dozzina di corridori a inseguire e altri quattro gruppetti che cercano di riportarsi in linea di volo. Busato cerca con insistenza di riportarsi sui fuggitivi azionando il massimo rapporto a disposizione.
QUANDO VIENE ESPOSTO il cartello che indica cinque giri al termine il corridore della Zalf Fior Desiree transita con 37″ di distacco. Più indietro tutti gli altri. Busato viene poi raggiunto da Favilli, Pasqualon e Battaglin, ma il drappello di testa riesce a conservare ancora 38″ a quattro tornate dalla conclusione. Al chilometro di corsa numero ottantaquattro il quartetto degli immediati inseguitori si accoda ai fuggitivi mentre alle loro spalle nessuno prende l’iniziativa per correre ai ripari. Intanto cessa di soffiare il vento con grande sollievo dei corridori.
BOARO POCO DOPO rompe gli indugi sui tornanti del Castello e guadagna poche decine di metri sugli ex compagni di avventura, ma Costanzi, Rocchetti e Favilli non ci stanno e si riportano sulla sua scia dopo quattro chilometri. Tentano il riaggancio anche Turaev, Maggiore, Battaglin, Pasqualon, Barbin e Zhupa. La corsa diventa rovente con il quartetto impegnatissimo per concludere al meglio la fuga, mentre alle sue spalle le carte si rimescolano. Omar Lombardi scatta alla rincorsa dei fuggitivi che intanto hanno perso un’unità: Costanzi. Lombardi insiste e raggiunge Costanzi. Su Lombardi e Costanzi rientrano anche Alafaci e gli ex fuggitivi: si prepara un finale ad alta tensione. Ma i tre di testa riescono a conservare pochi secondi di vantaggio e si giocano allo sprint la vittoria: e Boaro riesce a superare Favilli e il tricolore Rocchetti.